Da L’Arena del 26 luglio 2018
Intelligenza, umorismo, sensibilità per restituire al pubblico quell’universo multicolore, talvolta fragile, spesso contraddittorio che è l’umanità, alle prese da una parte con le prosaiche incombenze della vita, dall’altra con i grandi sentimenti. Ecco Shakespeare in love, lo spettacolo che ha debuttato in prima nazionale ieri sera al teatro Romano davanti a un pubblico che ha premiato con lunghi applausi il lavoro. E se in questo 2018 che celebra la ricorrenza dei 70 anni del Festival si voleva fare un omaggio alla grandezza del Bardo, un omaggio capace di riunire un pubblico eterogeneo cui mostrare l’attualità e la bellezza dell’opera shakespeariana, questo Shakespeare in love coglie nel segno.
Lo spettacolo è tratto dalla sceneggiatura di Marc Norman e Tom Stoppard per il film vincitore di sette premi Oscar con protagonisti Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes. Firma la regia Giampiero Solari (Bruno Fornasari regista associato) nella traduzione di Edoardo Erba, protagonisti i bravi Lucia Lavia e Marco de Gaudio. A tra anni dal successo di Londra la commedia arriva in Italia e ci racconta la nascita della storia d’amore più famosa del mondo, quella tra Romeo e Giulietta. Ed è qui che si gioca la scommessa più interessante della regia: quella di fare dell’intero lavoro uno straordinario “dietro le quinte” della creatività shakespeariana, mettendo in scena contemporaneamente il vivacissimo mondo del teatro elisabettiano (che poi forse è il mondo del teatro tout court) alle prese con la follia degli artisti, il cinismo del potere e la magia della scena, oscillante tra meschine rivalità e altre aspirazioni e il nuovo dramma, appunto lo straordinario Romeo e Giulietta, raccontandone la genesi.
La scena si apre mostrandoci la Londra elisabettiana; Will Shakespeare è un autore emergente che non riesce a scrivere il copione che gli è stato commissionato […] Senza soldi e in ritardo con la consegna, vaga per le strade della città in cerca d’ispirazione finché incontra Viola de Lesseps che, camuffata da ragazzo, si presenta proprio per l’audizione dello spettacolo, determinata a realizzare il sogno di poter recitare su un palcoscenico allora vietato alle donne. Will Shakespeare scopre la vera identità della ragazza e tra i due scoppia la passione. Il giovane autore trova così la sua musa ispiratrice. Viola però è già promessa sposa al potente Lord Wessex.
Ma in questa divertente commedia degli equivoci resta fondamentale il gioco del teatro nel teatro: lo sottolinea la scenografia, con quell’affaccio di balconi che potrebbero essere i palchetti di un teatro appunto, e con quella pedana rotonda girevole che compare quando si recita Shakespeare. E c’è di più: Shakespeare in love sembra infatti nutrirsi di un insieme sottile e raffinato di racconti shakespeariani in cui vivono e si rapportano i personaggi delle sue commedie e delle sue tragedie, talvolta riuniti in un’unica figura: ad esempio Viola, mutuata dalla Dodicesima notte, si presenta al provino per interpretare Giulietta come Kent, personaggio del Re Lear.
Inutile sarebbe il confronto con il celebre film, perché non c’è dubbio che il teatro ha, in questo gioco, una marcia in più.
Lucia Lavia e Marco de Gaudio, insieme al numeroso cast, compreso My, il cane della regina Elisabetta, offrono una prova d’insieme di riuscito affiatamento, per una commedia davvero corale. Che non ci regala un pieno lieto fine ma, intelligentemente, un finale shakespeariano: l’amore non sempre trionfa, a vincere su tutto è il teatro.
(di Alessandra Galetto)